Michele Breveglieri risponde a "l'Altro Giornale"

Gentile direttore,

ho letto per la seconda volta nel giro di due mesi interventi sul suo giornale a proposito del tema “omosessualità”. Nonostante mi pare che nella prima “tornata” fosse presente anche un suo intervento diretto (esprimente, presumo, la linea del giornale), pensavo di non intervenire e di lasciare agli strali pseudo-biblici e alle citazioni etologiche l’onere del dibattito. Rispetto invece a questa seconda infornata di luoghi comuni e considerazioni disinformate da parte di alcuni lettori, mi corre l’obbligo di precisare alcune questioni, per rispetto di chi legge e rischia di non capire di cosa si sta parlando e quali informazioni siano vere.

E’ completamente falso che l’omosessualità sia considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità un disturbo della personalità. La classificazione diagnostica dell’OMS (ICD-10 versione 2007) tratta omosessualità, bisessualità ed eterosessualità come orientamenti sessuali equivalenti, tanto che l’incipit della classificazione chiarisce esplicitamente che l’orientamento sessuale per sé non può essere considerato un disturbo, intendendo con “orientamento sessuale” qualsiasi orientamento sessuale. Ciò che è considerato disturbo (o, più letteralmente, “disordine”) è semmai il fatto che una persona viva psicologicamente male il proprio orientamento sessuale (qualunque esso sia), cosa che potrebbe accadere ad una persona in conflitto con se stessa perché si vorrebbe eterosessuale ma non lo è, o viceversa si vorrebbe omosessuale ma non lo è. E’ il cosiddetto “orientamento sessuale ego-distonico”. In altre parole, non esiste più nemmeno la vecchia categoria "omosessualità ego-distonica": qualsiasi orientamento sessuale potrebbe essere “ego-distonico”. Ancor più vagamente e significativamente, il manuale degli psichiatri americani (DSM IV) parla solo di “persistente e marcato stress circa il proprio orientamento sessuale”. Consiglio quindi a “B.M. padre di famiglia” di aggiornarsi e di evitare di vendere fumo.



In quanto all’intervento sulla “natura” con riferimento al mondo animale, a mio personale parere ha fatto bene Andrea a ricordare che nel mondo animale della “natura” esistono comportamenti omosessuali anche persistenti e duraturi (lo schema amoroso della “coppia fissa”), per quanto l'argomento sia stato forse mal posto o troppo fine per essere capito. L’argomento vero, infatti, non sta tanto nell’opposizione o equiparazione tra mondo umano e mondo animale non-umano (ragione vs istinto), quanto nel riportare l’abusato concetto di “natura” alla sua giusta dimensione. Chi usa questo concetto contro le persone omosessuali, infatti, è schizofrenicamente scisso tra l’uso filosofico-culturale che fa dell'idea di natura e il non sapere a che cosa stia egli stesso facendo riferimento esattamente quando parla di "natura". Ciò che solitamente viene definito “secondo natura” in chiave anti-gay, infatti, non è altro che una rappresentazione filosofica, culturale e storica dell’umano, di cosa l’umano dovrebbe o non dovrebbe fare ed essere per adempiere alle supposte finalità del vivente (o, più probabilmente, del suo "creatore divino"): è esattamente questo che rende l’espressione “secondo natura” così ghiotta e popolare per le masse anti-gay, perché si tratta di un concetto circolare che si auto-legittima, rassicurante perché facente riferimento ad una realtà pensata come precedente la cultura, ma al tempo stesso non verificabile proprio perché costruito culturalmente ad immagine e somiglianza di un’idea (finalistica e romanzata) dei fini, anziché della realtà. E’ per antonomasia la cultura che si fa natura. Alla prova dei fatti, invece, la “natura” delle cose reali (fattuali, biologiche, etologiche o genetiche che siano) è spesso molto meno univocamente filosofica e finalistica di come la si rappresenti. Oppure, anche quando la si pensi in senso finalistico, è perfettamente capace di "programmare" esiti culturalmente considerati "non naturali" tanto nell'umano quanto nel non-umano. In questo senso, bene ha fatto Andrea a ricordare l'assoluta naturale e normale bizzarria di questi esiti.


Cordiali saluti.


Michele Breveglieri
Presidente Arcigay Pianeta Urano Verona

Commenti

  1. Non ho avuto modo di leggere quanto scritto da "L'Altro Giornale", ma leggendo la tua lettera, Michele, trovo efficace e difficilmente eludibile e/o mal interpretabile quanto scrivi, specie nella precisa analisi dei riferimenti psichiatrici psicodiagnostici (DSM IV). Il tuo testo è brillante, sereno e pacato, privo di polemizzazione e sproloquio per controbattere quello che, molto probabilmente, dev'essere stato invece l'ennesimo sproloquio fondamentalista anti-gay.
    Mi sento rappresentato felicemente e serenamente e con competenza: ritengo siano i tre elementi più forti, nonché incisivi, per saper FARE DAVVERO qualcosa di utile contro le invece due piaghe più devastanti di qualunque tipologia sociale: paura e fondamentalismo...e non lo dico di certo "solo perché dovrei essere uno di parte", ma semplicemente perché so che è così perché lo posso sperimentare anch'io nella quotidianità. Ti ringrazio, Michele.
    Thomas, socio Arcigay Pianeta Urano Verona

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